Apo è alto, ha due belle spalle e la barba folta. Poche parole, la sguardo fermo e solido, molte cose di lui sono intuibili dal primo momento, come il fatto che si lega poco, ma quando si lega è per davvero.
La selezione all’ingresso per lui è rigidissima e gode di quella meravigliosa attitudine a lasciar andare le cose brutte, impedendo ai cattivi sentimenti di lambirlo e intaccarlo.
È un orso, ama i suoi spazi e per farlo felice basta rispettarli.
Il suo mondo è semplice, pacifico e selettivo.
Adora l’Italia e ha amato molto i luoghi selvaggi del Salento, le piscine naturali, le scogliere, le città gialle di sole e di pietra come Lecce e Otranto, città di confine.
Ama i film di Tornatore, Baaria, La leggenda del pianista sull’oceano, Nuovo Cinema Paradiso sopra tutti: il realismo del sud che ritorna, gli uomini di poche parole, ma giuste, e piene di poesia.
Il suo percorso musicale deve molto a De Andrè, al modo di raccontare unico che si perfezionava in una capacità interpretativa rarissima: Prinçesa è una delle canzoni che lo hanno segnato da ragazzo, un pezzo di letteratura contemporanea che – ancora una volta – racconta dei confini e nei confini sopravvive.
Tra i viventi apprezza Zibba, Vinicio Capossela, gli Afterhours, esempi di un’autorialità struggente e un po’ malinconica in cui le parole sono importanti quanto la musica.
Suo padre è la persona che stima di più, per tutto quello che si è saputo costruire nella vita, per tutto quello che gli ha donato, compresa la prima chitarra.

Apo 4
I suoi fratelli un elemento intoccabile della vita.
Milano la città in cui gli piacerebbe trasferirsi, una città di contrasti e grandi trasformazioni, una metropoli percorsa da una vena nostalgica e da un fermento culturale che traballa ma non demorde.
Se avesse la macchina del tempo vorrebbe essere proiettato negli Stati Uniti degli anni ’50 e provare a vivere per un po’ l’atmosfera della Beat Generation, che dalla Columbia University di New York – dove si incontrarono Kerouac, Ginsberg e Carr – arrivò a contaminare il panorama culturale di tutto l’Occidente con le sue grida di liberazione.
Apo ha 28 anni oggi (auguri!).

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