Alla fine la mattata l’abbiamo fatta: macchinata, amici, direzione Sanremo per imbucarci al Festival e vedere qualche amico, fare qualche intervista.
Lo spettacolo ce lo saremmo goduti dal divano di casa, ma avevamo voglia di respirare l’aria di quello che, nel bene e nel male, è uno dei palcoscenici più ambiti d’Italia.
Un palcoscenico che quest’anno non ci ha regalato solo presentatori in PWC e Arisa in pigiama, ma anche l’enorme, impareggiabile emozione di ascoltare le parole e la musica del maestro Ezio Bosso:
“La musica è una fortuna e soprattutto, come diceva il grande maestro Claudio Abbado, è la nostra vera terapia”
Una terapia che consola, guarisce, dona senso e custodisce il compimento intrinseco di ogni cosa: l’esempio e le parole di Ezio Bosso rimarranno con noi per molto tempo.
Tra i cantanti in gara quest’anno all’Ariston noi votiamo per gli Stadio, Elio e le storie tese, i Bluvertigo e Noemi: secondo noi è lei che ha più probabilità di vincere, e glielo auguriamo.
Fra i giovani invece Francesco Gabbani ha un pezzone: testo provocante e una musica che vorremmo aver scritto noi.
Vediamo cosa salterà fuori di buono da questo Festival, se ci saranno brani che aggiungeranno storia alla canzone italiana o altri che magari riempiranno le pagine della satira, come “Fiumi di parole” dei Jalisse.
Pezzi come “Solo tu nell’Universo” di Mia Martini, “Ti lascerò” di Anna Oxa e Fausto Leali, “Uomini soli” dei Pooh o “Contessa” dei Decibel non saranno facili da superare, ma siamo pronti a lasciarci stupire.
Sarà il tempo (difficilmente la giuria) a dirci quello che rimarrà nella nostra testa come il ritornello che non si lascia dimenticare, la musica che ritorna, la canzone da portarci addosso.