Era una sera qualunque del 2013 e Gionata era andato a bersi qualcosa allo Zog, sul Naviglio Grande, un locale che allora era gestito da un suo caro amico.
Se lo conosciamo bene, nel suo bicchiere c’era vodka liscia.
Al bancone, quella sera, c’era anche Alex Uhlmann.
Tra di loro è stato un incontro del tutto casuale, fatto di tante chiacchiere, musica e aneddoti. Una sintonia di argomenti e sensazioni, lo scambio degli indirizzi e-mail per tenersi in contatto e poi mesi di lontananza.
Si incontrano di nuovo dopo un anno, Alex chiede a Gionata a che punto sono i MaNiA, e Gionata spiega i cambiamenti in atto, i provini a Roma finiti in nulla, le scissioni, la ricerca di un produttore artistico che li incanalasse sulla strada giusta.
Alex decide di ascoltare qualche loro canzone: “Venite in studio da me, possiamo fare qualcosa insieme”. Selezionano 5 brani e ripartono da lì.

gruppo pop italiano
Per un paio di mesi, il Black Box Studio di Via Malaga a Milano diventa la seconda casa dei MaNiA: il lavoro è tosto ma bellissimo, i ragazzi sono entusiasti di lavorare fianco a fianco con professionisti di così alto livello. Alex, insieme a Giovanni Cirone e Stefano Salonia, guida i MaNiA verso un approccio nuovo: li porta ad uniformare il loro stile, a rafforzare la loro identità e a rendere riconoscibile la loro musica: un’impresa complessa ma immediata, grazie al feeling che si è creato nelle sale di registrazione, ingrediente magico per la buona riuscita di ogni progetto.
Una rinascita cruciale nel percorso dei MaNiA, dopo le metamorfosi affrontate negli anni finalmente arrivano consapevolezza e fiducia: due elementi fondamentali nel percorso di ogni musicista che crede in ciò che sta facendo.
Grazie alla collaborazione con il Black Box Studio, i MaNiA hanno superato le sconfitte con un disco che non è solo canzoni, ma anche nuova forma emotiva: un prodotto che è rinascita e energia pura.