
Ci sono due ragazzini sul sedile posteriore di un’auto che va verso il mare.
È estate, sono partiti con la famiglia dalla Bassa Padana e si dirigono verso la costa adriatica.
Entrambi ascoltano musica da un walk-man.
Apo ha nelle orecchie i Nirvana, Gionata sta ascoltando Lucio Battisti, la prima cassetta che ha ricevuto in regalo. Canta a squarciagola “ieri era oggi e oggi è già domaniiiiiii” e Apo, esasperato, gli toglie le cuffie e grida: “Adesso dimmi che cazzo vuol dire ‘sta roba! Non ha nemmeno senso!”
In famiglia è iniziata un po’ così, con uno scontro culturale e filosofico tra i due parolieri dei MaNiA.
Che poi, crescendo, la redenzione di Gionata è stata tutta in salita, passando per l’esordio alla festa del Liceo dove ha cantato “Ti sento” di Ligabue di fronte al primo vero pubblico della sua vita.
Chi c’era si ricorda ancora il disappunto di Apo, che ha sempre avuto un’anima più rock e che alla fine, impugnando una sei corde acustica del ’68 del padre, ha preso in mano la situazione mettendo sotto il naso di Gionata “Dea”, la sua prima canzone d’autore: “Tieni, ora canta questa”.
Come spesso accade, il percorso dei MaNiA con la musica non è stato lineare ed è passato attraverso tanti cambiamenti e sfide.
Fex ha continuato a suonare per contrasto, trovando l’energia giusta per andare avanti nell’ostinazione di chi ha tutti contro. Sentiva che quella era la sua strada già da ragazzino e la resistenza di famiglia e amici non ha fatto che moltiplicare il suo bisogno di avere le dita sulle corde del basso elettrico.
Davide invece è figlio d’arte, la passione gli è stata tramandata, ma anche nel suo caso la linea della musica non è stata retta e senza intoppi. Da piccolo voleva entrare nella banda di Piacenza: il primo amore è stato il sax, poi è arrivato il trombone ma, in entrambi i casi, il destino o il talento gli hanno remato contro, lasciandolo con le pive nel sacco. Quando invece, a 10 anni, è arrivata la batteria, tutto ha avuto finalmente un senso, nonostante il probabile disappunto di tutto il vicinato.
Quale che sia stato il loro percorso, il seme della musica è arrivato per tutti da bambini ed è meraviglioso che lo abbiano saputo ascoltare, da Apo che suonava la Eko in taverna mentre sua mamma stirava, a Davide che ha pianto disperato per giorni perché nella banda non c’era posto per un altro sassofonista.
I bambini la sanno lunga, soprattutto quando hanno un sogno.